Il Mondo nel 2023

Quiete dopo le tempeste... Really?

Dopo due anni di pandemia, il 2022 doveva essere un anno liberatorio. E invece è arrivata, imprevedibile, la tempesta. L’invasione russa dell’Ucraina ha lasciato tutta la comunità internazionale attonita. I venti della discordia sembravano sul punto di far saltare anche i fragili equilibri fra Cina e Taiwan. I prezzi dell’energia si sono impennati, e l’inflazione è schizzata alle stelle, mentre la globalizzazione sembrava andare in frantumi. Oggi il temporale infuria ancora sulle nostre teste, ma sembra che all’orizzonte le nubi si stiano diradando. Il conflitto in Ucraina sembra entrato in una fase di stallo. L’Europa si è rifornita di approvvigionamenti di gas sufficienti a passare l’inverno. La Black Sea Grain Initiative e il calo dei prezzi del grano hanno scongiurato una crisi alimentare mondiale. E l’inflazione sembra finalmente aver rallentato la propria scalata. Ma la tempesta è lungi dall’essere passata, e così oggi non possiamo che guardare circospetti al 2023, chiedendoci se la quiete sia realmente in arrivo.

Ucraina:

dopo l'inverno quale primavera?

Mikhail Minakov, Kennan Institute

Economia:

l'inflazione cede il passo (alla recessione)?

Zsolt Darvas, Bruegel and Corvinius University of Budapest

Energia:

quale sicurezza?

Alessandro Blasi, IEA

Commercio:

cosa resta della globalizzazione?

Claudia Schmucker, DGAP and Stormy-Annika Mildner, Aspen Institute Germany

Insicurezza alimentare:

falso allarme?

Tommaso Emiliani, EIT Food

USA-Cina:

dall'escalation alla coabitazione?

Andrew Small, GMFUS

Pandemia:

ne siamo davvero usciti?

David Quammen, Writer and Author of “Breathless”

Populismi:

rientrati nei ranghi?

Matthew Goodwin, University of Kent

Nuove nubi all'orizzonte

Global South:
fra mito e realtà

Sachin Chaturvedi, RIS

Russia, Iran, Cina: regimi in panne

Russia

Andrei Kolesnikov, CEIP

Iran

Aniseh Bassiri-Tabrizi, RUSI and ISPI

Cina

Alicia Garcia-Herrero, Bruegel

To Watch 2023

Countries to watch

India

Harsh Pant, King's College London

Turchia

Soli Özel, Kadir Has University

Election to watch

Nigeria

Idayat Hassan, CDD

Trends to watch

L'accelerazione green (nonostante tutto)

Samantha Gross, The Brookings Institution

Crisis to watch

Migrazioni

Gerald Knaus and Pascal Franz, ESI

5 buone notizie per iniziare il 2023

Nell’anno della guerra in Ucraina, della crisi energetica in Europa e del ritorno dell’inflazione a doppia cifra, le buone notizie sono inevitabilmente passate in secondo piano. Ma ci sono state. A partire dall’andamento della pandemia ora meno mortale a livello mondiale. Rispetto al picco di 15mila morti al giorno toccato a inizio 2021, negli ultimi tre mesi si registrano stabilmente meno di 2000 nuovi decessi giornalieri.

Positiva è stata anche la risposta europea all’esodo senza precedenti di 5 milioni di ucraini. Anche Paesi come quelli del gruppo di Visegrád che avevano finora preferito chiudere le frontiere, hanno fatto la loro parte. Su tutti la Polonia che ha accolto più rifugiati dall’Ucraina di qualsiasi altro Paese europeo.
Per una guerra che comincia (in Ucraina) ce ne è una (in Etiopia) che vede una possibile risoluzione. A novembre, il governo dell’Etiopia e il Fronte popolare di liberazione del Tigray hanno firmato un accordo di pace. Non bisogna illudersi, già la tregua stabilita a marzo aveva avuto vita breve con un riaccendersi degli scontri durante l’estate. E non tutti gli attori sul campo (vedi Eritrea) sono stati coinvolti nelle trattative. Tuttavia, non si può non accogliere positivamente questa interruzione di un conflitto che in questi due anni si è contraddistinto per la sua drammaticità: mezzo milione di morti stimati tra militari e civili, milioni di sfollati interni, e una grave crisi alimentare.
Nonostante la guerra in Ucraina e i ripetuti lockdown in Cina, la logistica globale sembra ormai aver superato il suo periodo più difficile. La fine delle misure draconiane parte della strategia cinese “0 Covid” dovrebbe evitare il ripetersi di colli di bottiglia come quello creatosi a fine aprile al porto di Shangai. Dove la mancanza di personale causata da quarantene forzate, creò un ingorgo di quasi 500 navi container (5% della flotta mondiale) in attesa di entrare nel porto. In quell’occasione, il Global Supply Chain Pressure Index toccò il suo secondo massimo di sempre.
Infine, forse la migliore delle notizie arriva dove ce ne era più bisogno: sul fronte energetico. Poche settimane fa, un gruppo di scienziati americani è riuscito per la prima volta a ottenere un guadagno energetico dal processo di fusione nucleare, generando più energia di quella immessa nel sistema. Fra gli alti prezzi dell’energia e la necessità di abbandonare quanto prima i combustibili fossili, la fusione nucleare sembrerebbe proprio la boccata d’aria di cui il mondo ha bisogno. Energia quasi illimitata, sicura (non genera scorie radioattive) e soprattutto pulita (non produce gas serra) su cui gli investitori scommettono sempre più.

Countries to Watch/India: Image Credits MEAphotogallery – Flickr, Prime Minister Shri Narendra Modi was welcomed by H.E Mr. Joko Widodo, President of Indonesia in G20 Summit in Bali, Indonesia